La viticoltura, presente in Valle Camonica già dall’epoca romana, ha goduto nel corso dei secoli di periodi di espansione e di periodi di ridimensionamento, sia per fattori di tipo economico, sia per motivi fitosanitari. A testimonianza dei tempi favorevoli sono rimasti gli innumerevoli terrazzamenti sorretti da muretti a secco.
Questi manufatti, segni distintivi di un territorio trasformato in paesaggio, hanno ripreso decoro e funzionalità negli ultimi 15 anni grazie al paziente lavoro di alcuni giovani imprenditori che hanno recuperato e riqualificato la coltivazione della vite. Uve rosse delle varietà Merlot e Marzemino – oltre a vitigni autoctoni quali il Valcamonec, l’Erbanno e il Sebina, seppure in quantità minori – e uve bianche delle varietà Incrocio Manzoni, Riesling Renano e Müller Thurgau sono state piantate per dar vita a vini schietti e di buona beva.
In una gara contro il tempo, in pochi anni la cultura del vino di Valle Camonica è rinata a nuova vita: recuperata e reinterpretata secondo quelli che sono i gusti odierni e le nuove esigenze di un mercato che è in continua evoluzione. Sicuramente nel paniere dei prodotti gastronomici della Valle Camonica, già è ricco di eccellenze, i vini giocano un ruolo fondamentale insieme ai formaggi ed ai salumi.
Nel vino, compagno inseparabile del cibo, si ricercano spesso sentori strani che appartengono ad altre categorie di prodotti quali la frutta matura o di sottobosco, la mandorla, il peperone e altro. I vini della Valle Camonica hanno una caratteristica propria ed intrinseca: sentono di vino e sanno esprimere sensazioni piacevoli.
Il vino, i salumi, i formaggi e tutti gli altri prodotti offrono i sapori di una terra difficile e raccontano il lavoro tenace di coloro che hanno deciso di trasmettere alle future generazioni il “saper fare” di chi li ha preceduti e, allo stesso tempo, di mantenere viva la propria identità culturale.